il ruolo della fortuna nella finanza e nella vita
Se non avete mai letto testi sul peso della probabilità e della casualità nella vita, questo libro può stupirvi con una miniera di punti di vista originali, sorprendervi con valutazioni inaspettate e contro intuitive, in pratica aprirvi la mente ad una diversa prospettiva per valutare gli eventi (e sono davvero tanti) nei quali il caso giochi un ruolo rilevante.
Nassim Taleb, cresciuto in Libano in una famiglia agiata e conosciuta, fu costretto a lasciare il proprio paese a seguito della guerra civile degli anni '70 (un evento fino allora considerato praticamente impossibile dai suoi amici e parenti). Studiò poi in Francia e negli Stati Uniti, dove intraprese infine la professione di trader finanziario, dopo aver per alcuni anni lavorato in ambiente universitario.
Definisce se stesso un "professionista dell'incertezza", certamente in virtù del suo lavoro, ma anche perché, come afferma nel libro, è sempre stato come ossessionato dal cercare di capire il ruolo giocato dal caso dietro molti eventi per i quali siamo invece portati a cercare e trovare delle cause certe. Tipico tra tutti il successo negli affari, cui la nostra cultura assegna il più alto dei valori e che invece è statisticamente ascrivibile nella maggior parte dei casi a pura fortuna. Il detto "la persona giusta al momento giusto" sottintende una forte componente di merito: andrebbe invece esattamente inteso per quello che evidenzia, una combinazione favorevole di circostanze che, dato un numero sufficientemente ampio di casi, è inevitabile che prima o poi si avveri.
Se ipotizziamo un numero infinito di scimmie intente a battere sulle lettere di una tastiera, prima o poi una di esse potrà anche scrivere l'Odissea: non per questo ci aspetteremo che sia poi in grado di scrivere anche l'Iliade! Se analizziamo nel tempo i risultati di centomila gestori di fondi di investimento, è inevitabile, per un puro fatto matematico, che un buon numero di essi abbia risultati sopra la media anche per 5-7 anni consecutivi, ma questo apparente successo può essere interamente dovuto al caso.
In generale è impossibile valutare quanto il merito conti in un successo senza tenere conto di due fattori:
L'ampiezza del campione iniziale di riferimento. Più il campione era ampio, più è probabile che il caso abbia determinato il risultato. Il successo o l'insuccesso della maggior parte dei capi-azienda va interamente attribuito al caso
Il grado di incertezza dell'attività presa in esame
Taleb fa un'osservazione illuminante: per tutti noi la probabilità è associata unicamente a ciò che deve ancora accadere, non a ciò che è accaduto nel passato. Se qualcosa è accaduto, siamo naturalmente portati a pensare che avesse il 100% di probabilità di avvenire, quindi che sia dovuto a rapporti certi di causa – effetto. Questo si riflette massimamente nella valutazione delle performance, di qualsiasi tipo: se il risultato è positivo, crediamo che esistessero cause ben precise che hanno portato a quel risultato e non ad un altro. In realtà si tratta di un equivoco e di un'illusione di certezza (e quindi di sicurezza): non possiamo giudicare in alcun campo la performance unicamente dai risultati, ma dal costo che avevano le alternative: il valore di dieci milioni guadagnati alla roulette russa non può essere considerato lo stesso di dieci milioni guadagnati con il lavoro da un professionista. La vicenda del manager di grande successo (o insuccesso), se valutata all'interno del larghissimo campione di manager esistenti, rientra semplicemente nella normale variabilità degli eventi.
Nero è un trader appassionato e accorto, che grazie a strategie attentamente studiate è riuscito a sopravvivere alla dura selezione della sua professione e ad accumulare nel tempo una discreta fortuna. Vive in una bella casa, insieme alla sua partner ed ha tutto per ritenersi soddisfatto, ma ahimè proprio di fronte a lui abita John, trader aggressivo ed apparentemente invulnerabile, i cui guadagni fanno impallidire quelli di Nero. John tratta con condiscendenza Nero e lo stesso avviene tra le partner, per la sottile frustrazione di Nero, che inutilmente cerca riparo in una razionale indifferenza. Finché un giorno Nero non può trattenere una inconfessata soddisfazione nel vedere che anche John è "esploso", ha perso cioè sul lavoro più di quanto persino immaginasse di poter perdere. Aveva anche lui, come tanti tra i trader, scambiato la bassa probabilità che un evento accada per bassa rischiosità e quindi preso posizioni che portavano a piccoli guadagni ma molto frequenti a fronte di possibili ingenti perdite, in caso di eventi ritenuti però "impossibili". Questo è un errore molto comune: guadagnare, anche poco, ma spesso, è molto gratificante. Se lo si può ottenere a fronte di un rischio percepito come remoto, ci si sente sicuri e rassicurati ogni giorno in cui si accumula un altro piccolo guadagno …… fino a che basta un solo evento per portare alla rovina.
La rischiosità di un evento non va valutata in base alle probabilità che accada, ma in base alle eventuali conseguenze. La diversificazione può anch'essa trarre in inganno e dare mal riposta sicurezza: nell'estate del '98 tutto ciò in cui John aveva investito andò male allo stesso tempo.
Tutta la prima parte del libro è dedicata a situazioni in cui le persone non comprendono il ruolo della casualità, dell'evento raro. Coloro che cadono vittime insistono poi ad affermare che il loro caso era diverso, incapaci di accettare che tutte le passate esperienza erano lì, davanti a loro, disponibili per comprendere, a chi le avesse volute valutare.
Tra tutte la chicca rimane per me la storia del nuovo capo di Taleb, il quale analizzò il dettaglio delle operazioni dei trader e trovò, con suo grande rammarico, che "solo" l'1% delle transazioni aveva generato profitti significativi. Se solo si fosse potuta raddoppiare tale percentuale, i risultati della banca sarebbero fortemente migliorati. Mandò una direttiva per scritto e gli sembrava ovvio che i trader dovessero subito mettere in pratica questa suo ordine! Il passato ci appare infatti sempre deterministico, perché solo un'osservazione (un evento), tra le tante possibili, ha avuto luogo.
La seconda parte del libro si concentra invece sui nostri bias relativi alla casualità:
Il cd survivorship bias (che è ormai abbastanza conosciuto)
La fortuna, come causa più frequente di successi estremi
Gli handicap biologici della nostra mente per la comprensione della probabilità
Il primo ed il terzo punto corrispondono ai temi trattati dalla Finanza Comportamentale, mentre il secondo riprende l'analisi del ruolo della casualità, con ancora esempi di come la performance dei fondi di investimento sia male interpretata nel senso di vedere talento e bravura dove invece è in gioco solo il caso.
Taleb stupisce per la ricchezza degli esempi e degli argomenti, tanto che a volte, leggendo il testo, si può perdere il filo dell'argomentazione; il libro si presta infatti ad essere riletto dopo un po' di tempo per apprezzarne meglio i contenuti. La sistematicità è di fatto sacrificata, a vantaggio però dell'originalità del pensiero dell'Autore.
È un libro utile in pratica? Ho letto questa critica ed a dire il vero il dubbio può venire. Forse il fatto che Taleb faccia spesso riferimento alla sua esperienza (di successo) di trader genera l'aspettativa che qualche segreto o qualche strategia vincente stia per essere svelato ed invece mai il libro entra in aspetti operativi. Non è questa infatti lo scopo: Giocati dal caso è piuttosto il libro di un "empirista scettico" erudito, un pensatore originale, che negli anni ha maturato una critica di molti modi di pensare che osserva nel suo mondo e che delle proprie riflessioni ci vuole fare parte. Non troviamo quindi un manuale, ma idee utili per maturare una diversa visione di molti fenomeni: un beneficio più duraturo ed originale ma che richiede al lettore di riflettere in modo attivo sulle questioni poste dall'Autore.
Giocati dal caso: il ruolo della fortuna nella finanza e nella vita (titolo originale dell’opera: Fooled by Randomness)
Autore: Nassim Taleb
Editore: Il Saggiatore
Anno: 2008 (Edizione originale: 2004)
Commenti