In questa rubrica trovate riflessioni sulla finanza personale che nascono da cose ascoltate
o viste durante le nostre giornate di lavoro.
Nel titolo riportiamo il commento sentito qualche giorno fa; si parlava di questa nuova
professione dei consulenti indipendenti e il nostro interlocutore ne aveva in effetti sentito
parlare, come di quelli “che si fanno dare i soldi dai clienti”, volendo dire “quelli che si
fanno pagare dai clienti” per la loro consulenza.
Che poi cosa c’è di strano? Un professionista che si fa pagare dal cliente?
Certo però i termini usati non suonavano proprio positivi e allora ci siamo ricordati della ricerca Consob secondo la quale la metà delle famiglie italiane pensa che la consulenza finanziaria sia gratuita.
Pensandoci anche solo un momento è chiaro che a questa metà delle famiglie che hanno preso parte alla ricerca non era stata mai fatta menzione dei costi che gravavano sui loro prodotti di investimento. La questione quindi è più seria di quanto potrebbe sembrare. Anche perché allora rimane misterioso il motivo per il quale i CEO delle principali banche pongono tra i loro principali obiettivi quello di aumentare le commissioni percepite dal risparmio gestito.
Che poi in ambienti di professionisti, quale era quello da cui proveniva l’osservazione, si
continui a pensare che farsi pagare una parcella equivalga a “prendere soldi dai clienti”
lascia davvero perplessi.
A essere generosi possiamo pensare che si tratti sempre del vecchio pregiudizio secondo il quale il pagamento al quale corrisponde un’uscita di cassa non è la stessa cosa di un pagamento che deriva da una trattenuta effettuata su denaro nostro ma detenuto da altri.
Magra consolazione.
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